Attività

  • Fabio Massimo Castaldo ha inviato un aggiornamento 4 anni, 2 mesi fa

    Ho appreso nelle ultime ore, con lo stesso stupore della quasi totalità dei portavoce e di tutti gli attivisti, dell’espulsione di Gianluigi Paragone dal Movimento 5 Stelle.
    Confesso di non aver mai avuto l’occasione di conoscere a fondo Gianluigi, in quanto lui si è avvicinato concretamente a noi, al Movimento, solo poco prima della campagna elettorale del 2018, ma ci terrei a esprimere comunque un paio di concetti importanti in merito a questa vicenda.

    Anzitutto, vorrei sottolineare che scrivo queste parole da attivista più che da Portavoce: io c’ero quando il Movimento ha iniziato a muovere i suoi primi passi, quando eravamo quelli dello zero-virgola, quelli catalogati nella voce “altri” nei sondaggi, quando facevamo i banchetti al freddo, senza mezzi, per raccogliere le firme necessarie a presentare le liste, quando sollevavamo temi scomodi nel silenzio dei media. Le fasi che abbiamo attraversato in questi anni sono tutte impresse nella mia mente. Fotogrammi della nostra storia. E della mia vita.

    Sì, senza dubbio siamo cambiati. E sì, se non vogliamo estinguerci dovremo continuare a cambiare, ma preservando sempre i nostri principi e i nostri valori. Purtroppo Gianluigi non può dire di aver vissuto tutte le stesse fasi che abbiamo vissuto noi della prima ora, e questo probabilmente può rendere la sua visione un po’ più circoscritta al periodo recente. Non è in sé una colpa, ma dovrebbe comunque indurre a essere accorti, a essere umili, prima di esternare giudizi estremamente categorici.

    Proprio per questo, è fondamentale passare più tempo possibile sul territorio, evitando così uno scollamento con gli attivisti che certi Palazzi possono creare: è un consiglio che rivolgo a tutti i portavoce in generale, nessuno escluso.

    Ciò detto, vorrei anche specificare che reputo Gianluigi un ottimo giornalista: ha realizzato inchieste coraggiose, specialmente sulle banche, ha scritto libri importanti e condotto programmi televisivi di successo. Ha grandi doti comunicative, e su alcune battaglie (come il caro bollette, ad esempio) trova anche la mia comune sensibilità: tuttavia, trovo che su altri aspetti, ad esempio la sua visione dell’Europa, semplifichi e estremizzi un po’ troppo temi che sono di enorme complessità, specialmente quando si tratta di operare dentro istituzioni che racchiudono esponenti di 28 (tra poco 27) Stati. Nelle quali illudersi di poter “ribaltare” tutto da soli semplicemente non funziona, perché per essere incisivi è necessario creare consenso e non rimanere isolati.

    Ma soprattutto, mi sembra che abbia iniziato a mostrare enormi e continui segnali di insofferenza nei confronti del nostro Movimento solo successivamente al cambio di governo, sebbene ribadisca pubblicamente, e fermamente, che Lega e PD hanno la stessa visione neoliberista dell’economia e sono quindi, entrambi, corresponsabili della difficile situazione italiana odierna.
    Mi chiedo quindi come mai questa ampia differenza di vedute si sia palesata soltanto con il secondo governo, quando sulla maggior parte dei temi la posizione del Movimento non è affatto mutata rispetto al governo con la Lega. Fatalità? Coincidenza? In ogni caso è opportuno rifletterci sopra, con grande attenzione.

    Errori ne sono stati commessi tanti, troppi, soprattutto dopo le elezioni del 2018, quando si è aperta la (prevedibilmente) difficile fase di passaggio dal movimento di opposizione al movimento “di lotta e di governo”. E per come la vedo io ognuno di noi ha il sacrosanto dovere, non solo il diritto, di esternare le proprie opinioni su tutto ciò che non va, cercando al contempo di avanzare sempre controproposte costruttive per migliorare, per “incalzare” e “spronare” in modo giusto chi di dovere a fare il proprio dovere e a riportare il progetto sui giusti binari.

    Tutto questo però deve avvenire agendo sempre in buonafede. Il che distingue una critica puntuale e positiva da una guerriglia da sfiancamento mediatico, magari con ben altre finalità. Ognuno di noi potrà e dovrà cercare, nei prossimi giorni, di capire quanto i comportamenti di Gianluigi abbiamo potuto essere l’una o l’altra. Se erano sufficienti, o meno, per pervenire a una espulsione. Per essere seri, lo si può fare solo con una piena conoscenza dei fatti e con i documenti alla mano.

    Una cosa però non la accetto: che si dica che il nostro Movimento è il NULLA. Perché tanti di noi hanno ingoiato decisioni e situazioni difficili, e l’hanno fatto sempre perché sappiamo, specialmente chi viene da anni e anni di attivissimo sul territorio, che c’è una famiglia meravigliosa di persone, una comunità che per me è la mia seconda casa, nei nostri gruppi locali, che deve essere sempre rispettata, difesa, sostenuta. SEMPRE. Criticare le scelte operate a livello nazionale è un conto, ma dare del “nulla” a chi ha lottato, a chi si è sacrificato per un sogno è per me INACCETTABILE. Se questo è quello che intendeva, dovrebbe scusarsi immediatamente.

    Va anche detto, però, che le tempistiche e le modalità di questa espulsione destano una lecita perplessità in tutti noi. E qui arriviamo al secondo punto: era proprio necessario effettuarla con questa tempistica, a Capodanno? Dando l’idea che si volesse ridurne l’eco mediatica? Che dialogo, quale scambio di posizioni, di elementi, di memorie c’è stato tra i nostri probiviri (premetto che due di loro li conosco personalmente, li reputo miei amici e li stimo moltissimo, quindi non dubito della loro serietà e del loro scrupolo) e la persona in questione? È stato utilizzato lo stesso metro, metodo e la stessa priorità di giudizio usata in altri casi comparabili che sono accaduti? Tante domande, e per ora ancora poche risposte. Sicuramente non abbastanza per permettere di esprimere a ognuno di noi un giudizio completo ed equilibrato, a mio modesto parere.

    Non posso conoscere, ovviamente, la realtà della condizione dei rapporti tra Paragone e il resto del gruppo dei senatori, sebbene molti amici dal Senato mi abbiano riferito episodi non sempre piacevoli, quindi ribadisco che non ritengo eticamente giusto esprimere una posizione nel merito.
    L’unico appunto che mi permetto di fare riguarda proprio le tempistiche e le modalità: dobbiamo tenere bene a mente che quando agiamo dobbiamo comportarci sempre nello stesso modo, e se creiamo disparità e disuguaglianza già all’interno del Movimento, non possiamo pensare di risolvere adeguatamente quelle disparità e quelle diseguaglianze che ogni giorno vivono, e soffrono, i nostri concittadini. Si chiama coerenza, e diventa merce sempre più rara, purtroppo.

    Sperando di aver suscitato in tutti voi una sana riflessione, vi auguro a tutti nuovamente un buon 2020, di vero cuore.