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  • Fabio Massimo Castaldo ha inviato un aggiornamento 5 anni, 6 mesi fa

    In questi giorni tutti si affannano a ricopri di lodi ed encomi i nostri medici, infermieri e operatori sanitari: plausi e complimenti sono meritatissimi, ma ci siamo forse dimenticati di cosa è successo alla sanità negli ultimi 20 anni e, in particolare, dal 2007 a oggi? Rinfreschiamoci la memoria.

    Specifichiamo anzitutto che il più recente rapporto, pubblicato dal Ministero della Salute, sullo stato del nostro Servizio Sanitario Nazionale risale al 2019, su dati disponibili del 2017: si parla dunque di numeri relativi a 3 anni fa.

    Nel rapporto si legge che “l’assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1.000 istituti di cura, di cui il 51,80% pubblici ed il rimanente 48,20% privati accreditati. Risulta confermato il trend DECRESCENTE del numero degli istituti, già evidenziatosi negli anni precedenti, effetto della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture”.
    Esattamente, il trend è decrescente, ma lo è già da più di 10 anni fa. Infatti, dallo stesso rapporto del 2007, risultavano 1.197 istituti di cura, di cui il 55% pubblici ed il rimanente 45% privati accreditati, mentre andando ancor più indietro nel tempo, e tornando al 1998, si parla di 1381 istituti di cura, di cui 61,3% pubblici e 38.7% privati accreditati.

    Come potete facilmente evincere, dal 1998 al 2017, in 20 anni, si è passati da 1381 a 1000 istituti di cura, con un taglio di quasi 400 strutture ospedaliere! In particolare, negli ultimi 10 anni, la spesa pubblica per la sanità, in rapporto al PIL, è diminuita, passando dal 7% al 6,6%, contro una media europea che nel 2015 si attestava al 9,9%.

    Inoltre, altrettanto importante è la tematica dei posti letto: nel 1998 se ne contavano circa 310 mila in Italia, mentre 10 anni dopo la cifra era calata di circa 90mila unità, toccando i 225 mila nel 2017, per arrivare poi a 191mila nel 2017. Badate bene: si parla del decennio 1998-2007, un periodo in cui non c’era alcuna crisi economica, e dove la spesa pubblica per la sanità era addirittura AUMENTATA! Esatto: in quei 10 anni abbiamo speso di più, per avere di meno!

    Sapete perché? Perché, stando al piano sanitario nazionale (pns) 2003-2005, il governo italiano mirava a una “riduzione del numero dei ricoveri impropri negli ospedali per acuti e la riduzione della durata di degenza dei ricoveri appropriati, grazie alla presenza di una rete (integrata di servizi sanitari e sociali per l’assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili) efficace ed efficiente». Si è scelto quindi di potenziare la rete di assistenza domiciliare, riducendo però la capacità degli ospedali, soprattutto in termini di posti letto: il risultato, purtroppo, lo abbiamo visto in Lombardia, che per altro risulta essere una delle regioni italiane con la maggior spesa in sanità privata.

    Gli artefici del disastro sono evidenti a tutti: i governi degli ultimi 20 anni hanno perpetrato delle politiche disastrose, soprattutto in ambito sociale.
    Abbiamo ereditato una sanità al collasso, ma stiamo cercando di fare tutto il possibile per far sì che il nostro Servizio Sanitario Nazionale possa far fronte a questa tragica emergenza.

    Quando avremo sconfitto il virus non ci dimenticheremo di medici e infermieri, e starà a noi ricostruire una sanità degna dell’impegno e del coraggio che questi ultimi hanno dimostrando in queste settimane.