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  • Fabio Massimo Castaldo ha inviato un aggiornamento 5 anni, 5 mesi fa

    LA VIA MAESTRA È IL RECOVERY FUND.
    IL MES? RESTA UNO STRUMENTO INADATTO.

    Quest’oggi, come molti di voi sapranno, si terrà una nuova riunione dell’Eurogruppo.
    Si tratta di un passaggio fondamentale per la nostra economia e per le sorti future dell’Unione Europea.

    Ne ho parlato dettagliatamente in un’intervista al Sole24Ore, e ve la riporto integralmente qui.
    Buona lettura!

    🎤Il Memorandum d’intesa dovrebbe essere ribattezzato “Template response plan” e i commissari Dombrovskis e Gentiloni hanno escluso che Bruxelles inoltrerà richieste di aggiustamento macroeconomico, anche ex post, ai Paesi che chiederanno aiuto. Il vostro veto rimane?

    🗣️Abbiamo sempre sottolineato la necessità di visionare con grande cautela i documenti finali, il diavolo si nasconde sempre nei dettagli, soprattutto a Bruxelles. Quella di Gentiloni e Dombrovskis è la proposta della Commissione, certamente un passo in avanti, ma non è detto che ottenga l’avallo integrale dell’eurogruppo, e che quindi il framework legale non si applichi, a partire dal Two pack. Le resistenze del nord sono tenaci, specialmente quelle olandesi. E il Mes nasce come uno strumento inadatto ad affrontare l’attuale crisi, che è simmetrica.

    🎤Ma insistere sull’assenza di condizionalità non ci fa apparire come quelli dal cappello in mano che chiedono soldi a fondo perduto in un club di Stati dove è invece normale ottenere prestiti con condizioni?

    🗣️No, la questione è mal posta. La linea di credito del Mes è rivolta, in ogni caso, esclusivamente alle spese sanitarie legate all’emergenza, e quindi esclude qualsiasi intervento a sostegno di famiglie e imprese. La via maestra è un’altra: il Recovery Fund.

    🎤Anche in quel caso però chiedete sovvenzioni e non prestiti…

    🗣️Le nostre proposte sono chiare: condivisione del rischio tramite Recovery Bond emessi dalla Commissione per una capitalizzazione del fondo di 1.500 miliardi, una quota maggiore di sovvenzioni, prestiti con tasso vicino allo zero e scadenza trentennale e meccanismo ponte per garantire funzionalità entro l’estate, non nel 2021. Questa crisi è l’occasione per ripensare l’intera governance economica e fiscale dell’Unione a favore di uno schema imperniato su crescita e piena occupazione. Per questo insistiamo sulla necessità di un level playing field che combatta le pratiche aggressive di alcuni Stati membri, veri paradisi fiscali. E il prossimo bilancio europeo deve attingere a nuove risorse proprie – web tax, Tobin tax, carbon tax – e operare un’abolizione degli ingiustificabili sconti attribuiti ad alcuni Paesi, senza chiedere ulteriori contributi agli Stati già in sofferenza.

    🎤I segnali provenienti dal Nord e dalla Germania, da ultimo con la sentenza della Corte costituzionale tedesca sui due Qe, non sembrano remare in questa direzione, anzi.

    🗣️Quel verdetto è una spada di Damocle che pende sull’Europa e contrasta con la sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2018 che ha sancito la piena legittimità delle azioni di Francoforte. È incredibile che mentre l’Europa discute e si divide la Fed, la Bank of Japan e la Bank of England stiano lanciando potenti misure di stimolo. Ulteriori ritardi minaccerebbero il futuro dell’Ue.

    🎤Anche sugli aiuti di Stato la partita è aperta. Il 52% di quelli approvati da Bruxelles riguarda la sola Germania. Nessuno ha lo spazio di bilancio di Berlino, come ha riconosciuto la commissaria Vestager.

    🗣️Questi squilibri sono pericolosi. Ecco perché si rende ancora più necessario un coordinamento delle politiche fiscali. Il decreto maggio riequilibrerà gli interventi.

    🎤Giovedì l’Europarlamento si riunirà in plenaria. Il M5S si spaccherà di nuovo sul Recovery Fund?

    🗣️Vedremo i testi, ma io mi auguro che il buon senso prevalga.

    🎤Anche a livello nazionale il Movimento fibrilla, la maggioranza litiga. Vede all’orizzonte nuovi Governi?

    🗣️Cambiare il capitano al timone della barca in mezzo alla tempesta sarebbe un suicidio politico. Il premier Giuseppe Conte ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere il miglior garante dell’interesse nazionale.