Attività

  • Fabio Massimo Castaldo ha inviato un aggiornamento 1 anno, 8 mesi fa

    Fabio Massimo Castaldo

    Un addio è sempre doloroso, specialmente quando l’affetto che ti lega a una comunità è molto profondo, come lo è stato per me in questi tredici anni di attivismo e in quasi dieci anni da parlamentare europeo.
    In questi giorni ho ricevuto un’infinità di messaggi, tanto pubblici quanto privati. Diversi mi hanno fatto commuovere, perché hanno saputo condensare e ricordare in poche frasi quel percorso con ambizioni forse irrealizzabili ma dall’intento nobile che abbiamo vissuto insieme con intensità e passione.
    Ho sempre cercato di dare il massimo per supportare al meglio delle mie possibilità, e in ogni circostanza, i gruppi locali del Lazio, della Toscana, dell’Umbria e delle Marche, mettendomi a disposizione di chi accettava l’onore e l’onere di mettere la propria faccia per la collettività.
    Così come ho sempre avuto il desiderio di aiutare in modo concreto a far crescere le competenze, in particolare sul tema dell’europrogettazione: proprio per questo ho ideato e sviluppato il workshop FondiAmo.
    È stato un onore aver invitato e accolto centinaia di consiglieri, assessori e sindaci a Bruxelles, aver dato loro formazione e contenuti e averli visti impegnarsi per partecipare, e non di rado vincere, a tanti bandi che hanno contribuito a migliorare la qualità della vita delle persone. Così come aver organizzato eventi ai quattro angoli del centro Italia, incontrando migliaia di piccoli e medi imprenditori, professionisti, associazioni, giovani e semplici cittadini, per contribuire a rendere accessibile a tutti l’assorbimento delle risorse che l’Europa ci offre. Per questo ringrazio con tutto il mio cuore tutti coloro che con la loro partecipazione ed entusiasmo hanno fatto crescere FondiAmo insieme a me.
    Altri messaggi mi hanno profondamente rattristato, poiché hanno fatto prevalere nelle loro parole l’amarezza, il dispiacere, il senso di abbandono, cancellando con un colpo di spugna il ricordo di tutti gli anni e di tutto il lavoro che ho menzionato sopra. Ma li rispetto altrettanto profondamente, perché sono stati espressi basandosi su quello che è il fondamento del vivere civile, ovvero l’educazione.
    Ho accettato e accetterò tutte queste critiche, anche le censure più dure e implacabili, perché sono un diritto che è sacrosanto esercitare in democrazia, sebbene pensi che molti neanche sappiano quanto è veramente accaduto nell’ultimo anno.
    Voglio però ricordare che il proprio diritto finisce dove comincia quello altrui. Ecco perché l’insulto becero, la violenza verbale senza limiti, specialmente sui difetti fisici altrui, gli auguri di morte e di malattia, a me e ancor di più alla mia famiglia sono ripugnanti, inaccettabili e criminali.
    Per questi leoni da tastiera non provo che disgusto e disprezzo. E mi riservo anche di tutelarmi da questo schifo nelle opportune sedi. A tutto c’è un limite.
    Voglio rivolgermi specialmente a voi, che con tanti epiteti mi avete insultato, e se vi avessi davanti mi piacerebbe proprio chiedervi come vi sareste sentiti, se per il solo fatto di aver chiesto collegialità e democrazia per la struttura territoriale promessa con la riorganizzazione, trasparenza sull’uso dei fondi pubblici del 2xmille, non solo foste stati ignorati ma persino osteggiati e progressivamente emarginati.
    Cosa avreste provato, a subire da un anno e mezzo le imposizioni di scelte politiche preconfezionate altrove, ad uso e consumo del marketing, calate d’imperio, cioè tutto il contrario delle premesse e delle promesse sbandierate con il cosiddetto nuovo corso, ritrovandovi a ricoprire un ruolo di coordinatore che non aveva alcun significato, poiché gli organi statutari venivano costantemente scavalcati e le posizioni stesse, in realtà, dovevo apprenderle ex post dai giornali.
    Io non penso che si possa considerare una colpa voler rispondere alla propria coscienza, e quindi sentire di dover prendere le distanze da una propaganda becera che viene portata scientificamente avanti in particolare sulla politica estera, specialmente per quanto riguarda Russia e Cina, nella migliore delle ipotesi per mero consenso elettorale. E che non si possa considerare un crimine aver prodotto argomenti solidi per smontare questa deriva, argomenti che mai sono stati confutati nel merito. Né, tantomeno, voler continuare a lottare per i diritti umani senza doppi standard come ho sempre fatto.
    Se dieci anni fa poteva esserci un problema di poca esperienza della forza politica e dei singoli, spesso fortemente prevaricati dalle pressioni della comunicazione nazionale, oggi, alla luce della più criminale guerra di invasione sul suolo europeo dalla fine della seconda guerra mondiale, una guerra che ha cambiato il mondo, alla luce dell’esperienza di governo già ricoperta dal M5S ai massimi livelli non prendere una posizione netta, chiara e coerente non è più una colpa: è solo dolo. E averlo denunciato mi è costato caro. Ma sono fiero di averlo fatto.
    Perciò vi domando, ancora: cosa avreste pensato se vi foste ritrovati epurati da un giorno all’altro proprio da quel ruolo di coordinatore che avevate sempre cercato di onorare dando il massimo, nonostante tutti gli ostacoli e l’indifferenza? E come avreste reagito se, dopo esservi rivolti a cuore aperto alla vostra comunità, mettendo nero su bianco fatti e misfatti di una deriva sempre più asfissiante, aveste pure subito l’umiliazione finale di essere persino deferiti ai probiviri dai vostri colleghi, sulla base di accuse ridicole e pretestuose, pur di tapparvi la bocca? E se aveste visto intorno a voi nient’altro che l’assoluto silenzio da parte di quelli che chiamavate amici?
    Perché questo è successo. Non ho ricevuto praticamente niente, neanche un messaggio di solidarietà in privato. Anzi, in realtà più di qualcuno mi ha persino scritto: “hai ragione da vendere, ma pur avendola quelle cose non le puoi dire, bisogna stare zitti e buoni perché lui è l’unica cosa che ci tiene in vita, e quindi bisogna avallare tutto”.
    Vi lascio immaginare la tristezza che ho provato. Ed è stato proprio in quel momento che ho capito che tutto ciò non poteva in alcun modo appartenermi.
    Faccio notare agli aspiranti teorici della cospirazione che se avessi voluto andarmene per interesse mi sarebbe convenuto prendere questa scelta molto tempo fa, magari cedendo alle lusinghe della maggioranza.
    E invece ho cercato di onorare il mio mandato per tutti questi anni con il massimo dell’impegno e al meglio delle mie possibilità, portandolo praticamente a compimento.
    E ho scelto un progetto che è fieramente e giustamente all’opposizione, che ambisce a valorizzare merito e competenze, e che nel suo dna si basa sul confronto delle idee, senza imposizioni aprioristiche.
    La deprimente gara al necroposting di questi giorni la dice lunga su quanto, per molti, la politica sia ormai più tifo da stadio che analisi nel merito.
    C’è stata una grande solerzia nel pescare tweet di nove o dieci anni fa, ma stranamente nessuno ha ricordato che nel frattempo sono stato eletto due volte Vicepresidente da indipendente, caso unico nella storia del parlamento europeo, con una larghissima maggioranza basata proprio sui voti dei colleghi delle famiglie europeiste. O che per il mio impegno sui diritti umani e la democrazia sono stato nominato tre volte Capo Osservatore dell’Unione Europea, due da Federica Mogherini e una da Josep Borrell, attività delicata e importantissima per la quale siamo stati recentemente premiati a Strasburgo da uno dei più importanti network internazionali della società civile, come vedete in foto.
    Agli autorevoli opinionisti che esprimono giudizi tranchant sulle regole e sui principi, sorvolando però sui fatti che ho ricordato, forse perché neanche li conoscono, rispondo solamente che mi piacerebbe che chiedessero almeno una volta, a chi di dovere, come mai l’unico principio originario non stravolto venga opportunisticamente limitato ai mandati elettivi dal popolo, escludendo i mandati di governo, a partire dai ministri e dal premier. Non vi sembra a dir poco iniquo che si sia inflessibili con i limiti imposti ai consiglieri comunali e municipali, mentre chi è al vertice si riserva di poter essere ministro o primo ministro per un numero illimitato di volte, magari anche per vent’anni o trent’anni? Nessuno chiede se questa è solo una dimenticanza, oppure se si tratta di opportunismo o incoerenza? Io una risposta a tutto ciò non l’ho mai avuta, ancora la sto aspettando. In compenso sono solo arrivate accuse e insulti.
    Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, ma ho già detto molto. E come qualcuno ha ricordato, la sintesi non è il mio forte: fortunatamente almeno la capacità di fare autocritica a me non manca, e continuerò a lavorare per migliorarmi anche su questo.
    Se quanto ho scritto non è abbastanza quantomeno per provare a comprendere le ragioni della mia scelta, che ho fatto tutt’altro che a cuor leggero, ma sicuramente con piena convinzione, e di cui mi assumo tutta la responsabilità, ne prenderò atto e andrò avanti.
    Voglio solo dirvi che, a prescindere da tutto, chi vorrà mi troverà sempre disponibile per continuare ad aiutare i territori e dare supporto, in particolare, nell’approccio ai fondi europei, a partire dal PNRR, perché perdere questa opportunità sarebbe una sconfitta irreparabile per tutta l’Italia, senza distinzioni di bandiere e colori, e darebbe al fronte dei Paesi cosiddetti frugali il migliore argomento per negare ogni prospettiva di nuove emissioni di debito comune europeo, constata l’incapacità italiana nel gestirli.
    Per i tanti attivisti e amministratori locali che ho incontrato in questi anni, con cui ho lavorato e lottato, e che considero i miei veri compagni di viaggio, anche per quelli che continueranno a non condividere e a criticarmi duramente, ma senza insulti e infamie, proverò sempre stima, affetto e riconoscenza, serbando i bei momenti vissuti insieme come ricordi preziosi nel mio cuore.
    Ad maiora
    Fabio Massimo